CELT document I100078

Un principe di Toscana in Inghilterra e in Irlanda nel 1669: Irlanda

Introduction

This is the extract regarding Ireland of a wider travel account of a journey to Ireland and England in 1669 written by Count Lorenzo Magalotti (1637–1712) as part of the entourage of Cosimo III de' Medici, who would become Grand Duke of Tuscany in 1670.

The official report of Cosimo III's travel to Ireland and England is contained in the manuscripts Palatino 123 I and II of the Mediceo Laurenziana Library of Florence, manuscripts richly refined and decorated with watercolours. However, the codex Fondo Nazionale 429 II and III of the National Central Library of Florence, without decorations, is the most accurate and it also includes an annex about England's general situation. This difference is due to the purpose of the manuscript, conceived not only as a useful diplomats' tool but also as a piece of art; therefore, cuts and corrections would have ruined it. Crinò's edition is based on the codex Fondo Nazionale II III 429. She also added, in the annex of her edition, letters about the journey written by Magalotti and, after 25th of April, when he got ill, by the chaplain Felice Monsacchi, to Florence's Secretariat.

According to Crinò, the mistakes included in the official manuscripts led to some errors of the English edition of 1821. In fact, the English edition is mostly based on the manuscripts Palatino 123 I II, even if it is certain that the translator could also read the codex Fondo Nazionale II III 429. Inaccuracies were also due to the difficulty in reading the manuscripts and to the complexity of the translation, which caused some misinterpretations.

There were some doubts about who wrote the travel account, whether Lorenzo Magalotti or the marquise Filippo Corsini (1647–1706), who was Cosimo's Master of Ceremonies and also travelled with him to the Netherlands in 1667. However, those doubts can be easily dissipated comparing the two journals. Some of Corsini's important passages are not in the official report. Furthermore, Corsini's style, accurate and detailed about clothes' and etiquette particulars' descriptions, is different from the report's style, as it conveyed his job as Master of Ceremonies. Anyway, the official compilation is based on Corsini's journal as well as Magalotti's: in fact, some passages are pretty much copied from his diary.

Magalotti's autograph journal is stored in the National Central Library of Florence in the collection Conventi Soppressi and signed G 9 1863. It contains almost everything which had been written in the report. Sometimes it has more details — probably considered irrelevant — or fewer details, but, in that case, there are marks which make it clear that there would be an addition there.

According to Crinò, Magalotti was also the 'directive mind' of the official report. The working method is similar to the one used for another report by Magalotti about his journey to London in 1667, stored in Florence's National Archive and signed 299 in the first series of the Carte Strozziane. Moreover, there are a number of Magalotti's manuscript notes used in the report which could be found in the archive. These were sold by the marquise Paolo Venturi — Ginori —Lisci to the National Archive of Florence in 1972 (Crinò saw it when it was still property of the marquise).

The beginning of the report — before Cosimo and his retinue got in the ship — was probably copied and translated by Magalotti from the ship Portland's logbook. As for the completion of the report, a letter dated 25th of March 1689 by Cosimo III to Francesco Terriesi (1635–1715), an Italian diplomat in London who met the Grand Duke during his travel to England, shows that the official report — contained in the manuscripts Palatino 123 I and II — was completed after 1689, as at that time he was still waiting for some watercolours. As regards the watercolours, they were credited to Pier Maria Baldi (1630–1686), a painter who was part of the retinue. However, there are no proofs supporting that accreditation. Professor Edward Croft-Murray, former director of the Prints and Drawings section of the British Museum, told Crinò that they were probably made by a Dutch painter.

Other people who were part of Cosimo's entourage wrote diaries, too. Giovan Battista Gornia (1633–1684), a physician, wrote a journal just for his own entertainment. There are annotations about plants, animals, and interesting scientific books. Jacopo Ciuti, a sort of accountant of the time, wrote a diary with economic details but also some facts not mentioned in the official report. Filippo Marchetti, an abbot and Master of the House of the Grand Duke, registered Cosimo's purchases.

Claudia Sartori


Conte Lorenzo Magalotti

Un principe di Toscana in Inghilterra e in Irlanda nel 1669: Irlanda

1. Lo sbarco in Irlanda

 p.3

Ricevuta al bordo della nave Portland, colle dimostranze del più singolare rispetto S. A., nelli 19 marzo marzo si fece vela verso l'Inghilterra col vento Sud Sud West, cioè fra mezzi giorni e ponenti. Nel dì 20 si fecero verso il Nord Nord West, cioè tramontana, che tirava a ponente, tredici leghe e trentacinque leghe verso il Nord, cioè tramontana diritta, di modo che alle volte per ciascuna guardia, che è di quattro ore, era il cammino quattordici o quindici leghe. A' 21 s'andò ventiquattro leghe verso il Nord Est, cioè tramontana, che tirava a levante, e diciotto leghe verso il Nord Nord Est, cioè tramontana un poco voltata a levante, variando i venti ora a Sud Sud West, West Sud, West Nord West e Nord West. Si veleggiò nel dì 22 la mattina trentadue leghe verso il Nord Est e, passato il mezzo giorno, si calò in mare lo scandaglio, trovandosi la profondità di ottanta braccia coll'arena bianchiccia, e piccoli nicchi; e scandigliato di nuovo sulla sera, fu l'altezza dell'acqua settanta braccia, coll'arena rossiccia macchiata di bianco, che fu presa da' marinari per terra di Francia. Prima del mezzo giorno de' 23 verso il Nord Est si fecero quindici leghe, e gettato in acqua lo scandaglio, si tirò fuori arena bianca, che diede occasione di dubitare ai più de' marinari, di essere allora verso il West, cioè ponente delle Sorlinghe; ma il piloto fu di contrario parere, giudicando che non si potesse essere tanto in là; è ben vero che si era piegato talmente verso ponente che non si scoprì Ouzy Bank, il quale sta al Nord delle Sorlinghe, che indubitatamente si sarebbe per la vicinanza scoperto, e perciò, mancato di vista quel banco, si scandagliò trovandosi 55,50 e 40 braccia d'acqua, altezza appunto che corrispondeva a quella del Canale d'Inghilterra, onde fu creduto che fin lì si fusse avanzato il viaggio, confermandosi ciò dall'osservazione della terra tirata fuori assai grossa, che prendeva del bigio, simile a quella del suddetto Canale.

Nella notte non si fece cammino che con tempo sereno, benché con notabile commozione d'acqua; si riprese la mattina appresso  p.4 nel fare del giorno, seguitando la scorta delle nuvole, ora verso tramontana, ora verso levante, finché si scoperse una nave di mercanzia, la quale essendo passata senza salutare la fregata, che portava la bandiera d'almirante sull'albero maestro, fece dubitare che fusse legno di corsari. Onde il capitano li fece sparare un pezzo di cannone a voto per chiamarla al bordo, ma vedendo che questa col benefizio del vento cercava d'avanzarsi con la fuga, le fece con un altro tiro di cannone a pieno la seconda chiamata, et essa subito, spiegata la bandiera d'Inghilterra et ammainate le vele, venne al bordo e, presa lingua dal comandante di essa, si intese il suo passaggio d'Inghilterra in Irlanda et insieme che si era sbagliato il Canale e che si era in quello di San Giorgio.

Cagionò nel capitano grand'amarezza questo errore in una navigazione che non fu disturbata da temporali e venti interamente contrari, ma la colpa poteva giustamente attribuirsi all'incertezza dello scandaglio, agl'oriuoli non aggiustati per i minuti, alla poca perizia dei timonieri nella notte et al troppo zelo del capitano, che lo portava molte volte ad ingerirsi in ciò che concerneva l'offizio del piloto. S. A. però, senza rimostrare dispiacere dell'accidente, fatto chiamare a sé il capitano, che già aveva fatta voltare la prua verso Plymouth 1, li diede animo, e già che il vento era a Sud Sud Est, cioè mezzi giorni che tiravano a levante, risolvé con la seconda del vento di toccare l'Irlanda, dando fondo nel dì 24 su le 22 ore italiane in Kinsale2.

La fortezza, locata nel più alto d'una collina all'imboccatura del porto, con un antico castello, che, scoperta in lontananza la fregata, aveva spiegata ancor'essa la bandiera di guerra, fu salutata con undici tiri, e rispose con sette. Monsù Platt fu a terra per dare gl'ordini opportuni per lo sbarco, e nel ritorno venne con esso a bordo un servitore del signore Sothwell3, padre del cavaliere Southwell, inviato del re d'Inghilterra in Lisbona, che quivi abita, essendo padrone in proprietà di tutti i terreni circostanti, offerendo la casa e quel più che potesse occorrere a S. A., dalla quale fu ringraziato. Fu spedito la mattina de' 25 assai per tempo il furiere a terra per approntare il quarto, dove poco dopo coll'aiuto della marea si portò parimente S. A., la quale nel passare dalla fortezza fu salutata con sette tiri. Posto il piede in terra s'incamminò al  p.5 luogo preparato e sentita la messa, fu S. A. a veder la città a piedi, e fatto un breve giro si restituì a casa, dove poste le tavole vi ammesse il capitano e donAntonio de Sousa, a cui l'A. S. aveva concessa sulla fregata la comodità dell'imbarco per passare in Inghilterra.

Il giorno dopo pranzo furono i nipoti del detto cavaliere Sothwell a riverire S. A., la quale dopo immediatamente fu a visitare la di lui madre e la sorella vedova miledi Parcival4 a piede, e dato un altro giro ritornò a casa. La sera giunse da Cork, città capitale del contado corcagese (che per la fertilità del suolo, bellezza delle città, numero delle fortezze, e per la comodità dei porti marittimi è reputato il maggiore e più ameno d'ogni altro contado d'Irlanda), il signore Sothwell, dove allora si ritrovava, sì per uno dei consiglieri del Consiglio della provincia di Munster alta che ivi risiede con il suo presidente, come anco per godere egli la carica di sovraine, che è l'istessa che d'alcalde della giustizia, portando in segno del suo offizio, come quelli di Castiglia e Portogallo, una vara. E con lui venne il colonnello Selinger5 l'uno e l'altro avvisati per espresso dell'arrivo di S. A., alla quale si presentarono per compire alle convenienze più proprie, facendo con ogni finezza vivissime espressioni del loro ossequio, alle quali con termine di parziale cortesia corrispose S. A. per mezzo dell'interprete (non parlando eglino altra lingua, che l'inglese), et il colonnello pose subito una compagnia d'infanteria per guardia all'alloggiamento di S. A., che di lì a poco fu rimandata.

Kinsale6, una delle terre più stimate del contado corcagese nella detta provincia di Munster 7 alta, chiamata altrimenti dagl'Irlandesi 8 Mown, che prende il nome da una piccola penisola che gli è vicina, ha un comodo e sicuro porto per le navi che vi dan fondo (essendo reso impraticabile per l'arene quello di Ross, che era il più frequentato di quella costa) poiché, entrando il mare dalla punta di quella penisola, apre uno spazioso seno che serpeggiando, ora si restringe ora s'allarga, secondo il sito delle colline che occupano l'uno e l'altro lato, et internandosi per lungo tratto termina alla terra. Tre fortezze guardano questo seno, che una locata nel più  p.6 alto d'una collina con un antico castello ricorso da muro di terra, osserva l'imboccatura del porto, l'altra è opposta a questa dall'altra riva, recinta di antica muraglia, più dentro è la terza, di figura semplice circolare che posa nel mare, anch'ella assai bene, come l'altre due, presidiata e munita per assicurare l'entrata nel porto, che si chiude la notte con legni ritenuti da forti catene. Alla foce del fiume Bany9, dove nel piano d'una valle che egli forma con discostarsi per poco dalle colline che la circondano, è posta la detta terra di Kinsale. Nel basso è la strada principale, che salendo suavemente il dorso d'una collina, si dilata sopra di essa colle fabbriche, fra le quali la maggiore è la chiesa che, edificata già da cattolici, serve oggi profanata all'esercizio della setta anglicana. Sono le case d'ignobile struttura, non molto decorose nell'aspetto e per lo più basse, alcune fabbricate di sasso vivo, e coperte di lavagne, e con le tettoie a capanna, altre di terra e calcina a guisa di smalto, che presto però per l'umidità del paese si dissolve; usano le finestre di vetri, senza altro riparo che difenda dall'aria, all'usanza appunto dell'alta e bassa Alemagna e, per quello comporta la condizione del luogo, abitano con pulizia.

La maggior parte degl'abitanti sono inglesi, che provvisti per regia mercede de' beni de' quali furono spogliati da' re predecessori, e specialmente dal Cromwell, i cattolici, sono venuti ad abitare quest'isola e, stabilite più colonie, attendono al commercio. Li cattolici di Kinsale, che sparsi ancora nel territorio circostante si contano circa 200, vivono molti di essi infelicemente alla campagna, in capanne fabbricate di terra e mal coperte di paglia, dormendo in terra sopra certe stoie e alimentandosi per lo più di pesce e di alcuni nicchi che minori dell'ostriche produce quel mare attaccati alli scogli, avendo poche volte comodità di mangiar pane. Sono questi considerati come gente quasi di paese di conquista, dopo la sollevazione di quel regno e trattati da schiavi, obbligandogli a lavorare la terra e corrispondere al padrone eziandio delli loro tenui guadagni. Pagono questi al Sothwell, proprietario di quel distretto, per pigione d'una capanna e poche braccia di terra, una pezza e mezzo l'anno, e per risposta dei terreni che conducono in affitto, danno le tre parti della raccolta, riservandosi per loro la sola quarta parte. Assiste a questi un parroco cattolico, subordinato  p.7 all'Internunzio Apostolico di Fiandra, che occultamente vi dimora, celebrando in una casa dove concorrono clandestinamente, per evitare quelle molestie alle quali sarebbero indubitatamente soggetti se fussero scoperti, e contribuiscono pel mantenimento di esso sei soldi per ciascheduno.

La provincia di Momonia, o di Munster, fra le cinque nelle quali è diviso il regno d'Irlanda, cioè di Leinster, Conacht10, Ulster, e Meth11, così chiamate dagl'inglesi, gode la preminenza, per la fecondità del terreno, per la temperie dell'aria, per il numero delle città, terre e fortezze e per la frequenza dei porti marittimi. Abbonda più d'ogn'altra di grano (che non è permesso trasportare fuori senza licenza) e d'orzo, che di tre sorte vi nasce, delle quali una semenza serve per comporre la birra, che si conserva da un anno all'altro, il che non segue dell'altre due semenze, essendo questa di poca durata; et il terreno che lo produce si semina un anno lasciandosi per due anni in riposo. Ha gran copia di bovi e pecore, che superano nella grandezza gl'altri animali della loro specie che altrove si trovano, né sono soggette a mali contagiosi, de' quali sogliono universalmente patire, come anco di cavalli, che si conducono in Inghilterra, dove sono in stima per la loro fortezza e velocità di passo. Non gli mancano ancora quadrupedi salvatichi, come cervi, daini, conigli, lepri, volpi e specialmente lupi, per la caccia de' quali vagliono assai i cani detti molossi. Vi è quantità di volatili, particolarmente fagiani, pernici, coturnici, aquile, sparvieri (co' quali fanno la caccia all'oche salvatiche), cigni, grue, galline salvatiche et altre sorti d'uccelli, fuori delle gazzere e rusi-gnoli, dei quali in quest'isola manca la specie. è copioso il suo mare di pesce, del quale per negozio seccano al sole sopra i tetti delle case o capanne, e lo trasmettono in altre parti, onde il tutto vi si compra a buon prezzo, eccettuato il vino, che vi si porta di Francia per la scarsezza del denaro che vi è, correndovi per lo più moneta di Spagna.

Molte sono le famiglie nobili, che si numerano nel distretto di Cork, uno de' contadi di Munster, ma le principali sono de' Chartei 12, già signori del detto contado, dalla quale provengono i conti di Muschry 13, i signori di Carribray de Barry, della quale sono i conti di Barry More, di Rock o della Rupe, di cui è il visconte di  p.8 Formoy, e de' Cardoni e Geraldini, della quale è il marescial d'Imochelly 14, i signori di Prindergars 15, et altri.

Al governo delle dette provincie e di tutto il regno dopo che Enrico II, re d' Inghilterra, se ne impadronì, spogliando del dominio quei principi, che ripartitamente imperavano in quei contadi, presiede un viceré, successo in luogo degl'antichi custodi d'Ibernia, o giustizieri, che mandarono i re d'Inghilterra nel principio dell'acquisto, con amplissima autorità di convocare il parlamento e deputare nelle province i governatori per render ragione (che in quella di Munster si chiama presidente e in quella di Conacht commissario) a' quali assistono consiglieri, e giuristi, operando secondo la direzione del medesimo Viceré, che nell'amministrazione dell'Irlanda pratica le leggi istesse colle quali è governata l'Inghilterra, avendo anco quel regno la distinzione degl'ordini, de' conti, baroni, cavalieri, avvocati e soldati, che compongono il Consiglio Segreto.

Risiede il Viceré in Dublin, dall'irlandesi detta Balle-Aha-Clie, città metropoli non solo della provincia di Leinster, ma di tutta l'isola, che già godeva il titolo d'arcivescovado, contendendo con quello di Ardmachan16 il primato dell'Irlanda. A questa vicereggenza era stato eletto dal Re, in luogo di Giacomo, duca d'Ormond, che compito il triennio del suo governo era ritornato alla corte, mylord Giovanni Roberts, di credenza presbiteriano, e per ciò da esso si ripromettevono quei cattolici, come avverso alla loro religione, maggiori severità e rigori. Gl'utili che ritrae il Viceré da questo governo si valutano sopra la somma di 40.000 lire sterline annue, di modo che vien riputato per il miglior impiego che diano li re d'Europa; sì come i proventi dell'Irlanda all'erario regio si stimano annualmente 300.000 lire sterline, che si ricavano dai tributi che si dicono della corona, i quali paga ogni contado del regno, dalle rendite dei beni de' rebelli applicati al fisco, dalle prestazioni annuali riservate all'istesso fisco nell'infeudazione fatta de' beni incorporati per la pretesa ribellione e da altri diritti che profitta il commercio e che esigono dagl'abitatori e rigorosamente dai naturali del regno, essendo così grande l'antipatia che hanno verso di loro gl'inglesi, che non solo non gli concedono il parlare nella loro lingua nativa, ma gl'obbligano a valersi necessariamente dell'idioma inglese, vietandogli sotto gravi pene, ancora nelle preci  p.9 della loro setta, l'uso della liturgia scritta in altra lingua che l'inglese; onde difficilmente fra di loro si concilia l'affetto, sì per la diversità de' costumi (benché oggi gl'originari dell'Irlanda in riguardo del traffico molto si conformino al viver d'Inghilterra) come anco per la divisione che vi passa, non ammettendo in modo alcuno gl'inglesi gli accasamenti, per mezzo de' quali, attesa la congiunzione del sangue, forse si addomesticherebbero gl'animi per altro contrari.

La mattina de' 26 di buon'ora fu dal capitano sollecitata S. A. a ritornare al vascello, parendo il vento di Nord. Avanti la sua partenza vennero il Sothwell et il colonnello Selinger, seguitati dai principali della terra a dare il buon viaggio a S. A. Il Sothwell l'invitò a desinare per il giorno seguente, quando il tempo avesse impedito il partire quell'istesso giorno. L'A. S. l'accettò con questa condizione. Partita poi per imbarcare, fu da' medesimi servita fino alla barca, dove l'accompagnò l'accennata compagnia di soldati. Giunta S. A. a vista della fortezza vecchia, fu salutata con sette tiri di cannone. Montata in sul vascello, vennero il Sothwell e Selinger a reverirla di nuovo, e al partire che fecero venne un copioso rinfresco mandato dal Sothwell. Alla loro partenza furono salutati con tiri di cannone. Di lì a poco, mancato il vento, levò ogni pensiero di partenza, onde S. A. verso la sera andò a terra colla comitiva de' suoi cavalieri, del capitano e di Platt e preso il cammino sulle colline, che sono a destra dell'entrata del porto, circuì alquanto quel territorio, che come l'altro dell'Irlanda riuscì ineguale e montuoso, acquoso e molle, di modo che anco nella sommità di quelle colline si ritrovò il terreno inzuppato d'acqua, producendo più d'ogni altra erba quantità d'acetosa salvatica; onde si riconobbe esser vero ciò che si dice della qualità dell'isola, che eziandio sui monti più alti stagnino l'acque e vi si ritrovino laghi. Nel ritornare al vascello, calando al basso, passò S. A. vicino ad alcune capanne che servono di ricovero a povera gente rustica naturale d'Irlanda, la quale altro riposo non ha che la nuda terra, e fattele riconoscere per curiosità, vedde che dentro di esse si viveva a guisa di fiere. Tornata S. A. al vascello sul tardi, si ritirò all'ora solita.

 p.11

All'isola di Santa Maria

Messosi nel dì 27 il vento al Nord, l'A. S. mandò a licenziare il Sothwell, il quale poco dopo venne a bordo a dar di nuovo il buon viaggio a S. A. Di poi sull'ora di mezzo giorno fattosi vela, appena si fu discostati dall'imboccatura del porto, che venne a bordo un'altra barca spedita dal Sothwell portando nuovo e copioso rinfresco. Di poi allargatisi al mare si scopersero nella costa d'Irlanda molte torri, che fanno fuoco la notte per comodità de' naviganti e si proseguì il viaggio nel restante del giorno e tutta la notte seguente col suddetto vento di Nord, che mutato in levante nel dì 28 costrinse a bordeggiare non solo la notte, ma fino quasi al mezzo giorno del dì 29.

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Title statement

Title (uniform): Un principe di Toscana in Inghilterra e in Irlanda nel 1669: Irlanda

Title (translation, English Translation): The Travels of Cosmo the Third, Grand Duke of Tuscany (1669)

Author: Conte Lorenzo Magalotti

Responsibility statement

Electronic edition compiled by: Beatrix Färber and Claudia Sartori

Proof corrections and introduction by: Claudia Sartori

Funded by: University College, Cork and The School of History

Edition statement

1. First draft, revised and corrected.

Extent: 4635 words

Publication statement

Publisher: CELT: Corpus of Electronic Texts: a project of University College, Cork

Address: College Road, Cork, Ireland—http://www.ucc.ie/celt

Date: 2014

Distributor: CELT online at University College, Cork, Ireland.

CELT document ID: I100078

Availability: Available with prior consent of the CELT programme for purposes of academic research and teaching only. This text is copyrighted to the publisher, Edizioni di Storia e Letteratura (see http://storiaeletteratura.it) and reproduced here with the publisher's kind permission which we gratefully acknowledge.

Notes statement

This work is an extract of the Un principe di Toscana in Inghilterra e in Irlanda nel 1669. An English translation is available in a separate file, T100078.

Source description

Manuscript sources

  1. Florence, Biblioteca Medicea Laurenziana, Palatino 123 I II.
  2. Florence, Biblioteca Nazionale Centrale, Fondo Nazionale II III 429. (The better text according to Crinò).
  3. Florence, Biblioteca Nazionale Centrale, Fondo Conventi Soppressi G 9 1863. (The manuscript of Magalotti's journal).
  4. London, British Library, Additional MS 33767A, a transcript of (1). Additional MS 3376B contains copies of the watercoulours.
  5. See also: Florence, Archivio di Stato, Fondo Magalotti.

Manuscript sources by his company written about the same journey

  1. Jacopo Ciuti's journal – Florence, Archivio di Stato, Fondo Mediceo del Principato 6388.
  2. Filippo Corsini's journal – Florence, Archivio di Stato, Fondo Mediceo del Principato 6387.
  3. Giovanni Battista Gornia's journal – Florence, Archivio di Stato, Fondo Mediceo del Principato 6389.

Edition of Italian text

  1. Anna Maria Crinò, Un principe di Toscana in Inghilterra e in Irlanda nel 1669 (Roma: Edizioni di storia e letteratura 1968). [Some letters written on the tour are printed in an appendix, , 253-271.]
  2. George Daniel Ramsay, short notice of above, The English Historical Review 85:334 (January 1970) 172–173.

Selected further reading

  1. Digitised Italian versions of Lorenzo Magalotti's reports of his travels to England, France and Sweden edited by Walter Moretti (Bari: G. Laterza, 1968). (http://www.intratext.com/IXT/ITA3213/_INDEX.HTM).
  2. G. J. Hoogewerff, De twee Reizen van Cósimo de' Medici Prins van Toscane door de Nederland (1667–1669) (Amsterdam 1919).
  3. Harold Acton, The Last Medici (London: Faber et Faber, 1932).
  4. Viaje de Cosme de Medicis por Espana y Portugal, 1668-1669. Edicion y notas por Angel Sanchez Rivero y Angela Mariutti de Sanchez Rivero (Madrid : Sucesores de Rivadeneyra, 1933).
  5. H. Graillot, Un Prince de Toscane à la Cour de Louis XIV en 1669, in: Mélanges Vianey (Paris: Les Presses Français 1934) 213–223.
  6. Anna Maria Crinò, Fatti e figure del Seicento anglo–toscano: documenti inediti sui rapporti letterari, diplomatici, culturali fra Toscana e Inghilterra (Firenze : Olschki, 1957).
  7. Furio Diaz, Il Granducato di Toscana: i Medici, vol. 13, tomo I (Torino: UTET, 1976).
  8. Carmen M. Radulet, Cósimo III Medici and the Portuguese Restoration: A Voyage to Portugal in 1668–1669, e–journal of Portuguese History, Vol.1, number 2, Winter 2003 (http://www.brown.edu/Departments/Portuguese_Brazilian_Studies/ejph/html/issue2/htmh/radulet_main.html).
  9. Stefano Villani, 'La religione degli inglesi e il viaggio del principe: Note sulla relazione ufficiale del viaggio di Cosimo de Medici in Inghilterra (1669)', Studi Secenteschi Rivista Annuale (45) 2004, 175–194.
  10. Anne O'Connor, 'An unexpected visitor: Cosimo de' Medici's visit to Cork in 1669', Journal of the Cork Historical & Archaeological Society 111 (2006) 1–6.
  11. C. J. Woods, Travellers' accounts as source material for Irish historians (Dublin 2009).

The edition used in the digital edition

Crinò, Anna Maria, ed. (1968). Un principe di Toscana in Inghilterra e in Irlanda nel 1669. Relazione ufficiale del viaggio di Cosimo De’ Medici, tratta dal “Giornale” di L. Malagotti con gli acquerelli Palatini‍. 1st ed. xxxix + 276 pages. Roma: Edizioni di Storia e Letteratura.

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		in Irlanda nel 1669. Relazione ufficiale del viaggio
		di Cosimo De’ Medici, tratta dal “Giornale” di L.
		Malagotti con gli acquerelli Palatini},
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Project description: CELT: Corpus of Electronic Texts

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The present text covers pages 1–11.

Editorial declarations

Correction: Text proofread twice at CELT.

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Hyphenation: Soft hyphens are silently removed. When a hyphenated word (hard or soft) crosses a page-break or line-break, this break is marked after the completion of the hyphenated word.

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A canonical reference to a location in this text should be made using “Section”, eg Section 1.

Profile description

Creation: Italian original by Conte Lorenzo Magalotti (1637–1712)

Date: 1669

Language usage

  • The introduction is in ItalianEnglish. (en)
  • The translation is in Italian. (it)
  • One word is in Spanish. (es)

Keywords: travel; description; prose; 17c; Count Lorenzo Magalotti; Cosimo III, de' Medici, Grand Duke of Tuscany, 1642–1723; Sir Robert Southwell; Ireland; Kinsale; County Cork

Revision description

(Most recent first)

  1. 2015-02-12: File parsed; SGML and HTML files created. (ed. Beatrix Färber)
  2. 2014-11-27: TEI header created. (ed. Beatrix Färber, Claudia Sartori)
  3. 2014-11-26: Introduction written. (ed. Claudia Sartori)
  4. 2014-11-17: File proofed (1), basic structural and some content encoding added. (ed. Claudia Sartori)
  5. 2014-11-00: Text scanned. (data capture Beatrix Färber)

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  3. Southwell. 🢀

  4. Percival. 🢀

  5. St. Leger. 🢀

  6. Kinsael nel testo. 🢀

  7. Monster nel testo. 🢀

  8. Pal.: olandesi 🢀

  9. Bandon. 🢀

  10. Connaught. 🢀

  11. Meath. 🢀

  12. Clarty. 🢀

  13. Muskerry. 🢀

  14. Imokilly. 🢀

  15. Prendergast. 🢀

  16. Armagh. 🢀

CELT

2 Carrigside, College Road, Cork

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